Kamut: tutta la verità.

kamut real foodsAl contrario di ciò che si pensa “Kamut” non è il nome di un grano, ma un marchio commerciale che la società Kamut International ltd ha posto su una varietà di frumento registrata negli Stati Uniti, coltivata e venduta in regime di monopolio e famosa in tutto il mondo grazie a un’operazione di marketing senza precedenti.

Il grano oggi conosciuto come Kamut, non è certo vecchio di quattromila anni, come la storia creata ad hoc dalla Kamut International ltd ci ha fatto pensare. Esso viene da secoli coltivato in alcune regioni dell’Asia e dell’Africa settentrionale, dove è ancora possibile trovarlo con il nome di grano Khorasan, dal nome della provincia dell’Iran dove si coltivava e si coltiva anche oggi.

Le differenze fra il grano Khorasan e il comune frumento sono davvero poche. Innanzitutto entrambi appartengono al genere Triticum, che comprende molte centinaia di specie diverse, di cui alcune molto conosciute come il grano duro (Triticum turgidum durum) con cui si produce la pasta, e quello tenero (Triticum aestivum) usato per lo più per il pane e la pasticceria. Fra queste troviamo per esempio anche il farro (Triticum dicoccum). La differenza dal punto di vista nutrizionale perciò tra il grano duro e il Kamut è pressoché inesistente: essendo semplicissimo frumento, esso contiene glutine e non è quindi adatto all’alimentazione dei celiaci.

Il fatto che il grande pubblico sia stato indotto ad associare il nome Kamut, un marchio registrato, al grano Khorasan è una strategia di marketing decisamente efficace. Nessuno lo può usare se non alle condizioni della Kamut International. Qualsiasi agricoltore può seminare il grano Khorasan, ma non lo può chiamare Kamut. Nessuno però vuole comprare la pasta di un semplice grano orientale, ma tutti cercano quella di Kamut.

La bassa resa delle coltivazioni, il numero limitato di aziende che lo producono, il regime di monopolio con cui è commercializzato, i costi del lungo trasporto, fanno sì che il prodotto finito Kamut costi quattro volte più del suo equivalente grano duro.

Inoltre, cosa ancora più grave, il Kamut viene spesso consigliato a chi risulta sensibile al glutine o intollerante al frumento. Come se fosse un cereale diverso, come se non contenesse glutine.

Ciò che è alla base del successo del Kamut è essenzialmente l’idea imprenditoriale e il marketing che ha fatto leva su tre aspetti: la suggestiva leggenda del suo ritrovamento, l’attribuzione di eccezionali qualità nutrizionali e l’idea di salute che viene attribuita ai cereali meno commerciali rispetto a quelli moderni.

Ancora convinti che i vostri grissini di Kamut siano una scelta corretta?

Un pensiero su “Kamut: tutta la verità.

  1. Il problema sta proprio nel regime di “monopolio” e nella enorme operazione di marketing effettuata che non dà scampo ad altri prodotti locali italiani, ben più attenti all’impronta ecologica che un grano importato dal Nord America ha a scapito di una coltivazione “a chilometro zero” italiana.

    A proposito di “prodotto nostrano”, però, so di una coltivazione di grano Khorasan fatta in Alta Langa (Piemonte); il sito di riferimento è http://www.langut.it

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